RANDONNÉE CARLO GALLETTI
(404 km/ 3000m disl.)

strava    relive
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K1024_20180428_184654Fine aprile. Prima colazione al mare? Prima e dopo un po‘ di pedalata con alcuni amici (circa 120…)? … Suona bene. Lo faremo!

Partenza da Corsico, vicino a Milano. Ore sette di sera. Giro notturno. Previsioni meteo: Tra l’inizio e le 2h temporale previsto. Metto roba pioggia nella valigia. Alla partenza una gocciolina di pioggia al minuto – che sarà stato tutto. Per fortuna.

Sui primi chilometri, strada trafficata, e noi abbiamo pedalato meno di 5 minuti … K1024_20180428_193854Pffffffffft … Fine pioggerella cade sulle mie gambe … Cosa è successo? Probabilmente non era una buona idea non cambiare la ruota dopo i 300 di Pfaffenwinkel la settimana precedente (vedi rapporto). Promemoria: Copertoni tubeless. Piccolo taglio, che è stato immediatamente richiuso dal latte. Il giorno prima di Corsico, però, il latte era uscito dal copertone  dopo il gonfiaggio per alcun tempo (… e io avevo deciso di non gonfiarlo più per non far espandere la pressione). Coraggio! Il latte continua a spruzzare fuori come una fK1024_20180428_194434ontana con un sibilo sgradevole. Hermann mi chiama alle mie spalle, che dovrei cercare un posto dove potermi fermare. Bene, ma come? La strada è delimitata sulla destra da parapetti, non ci sono alternative in vista. Così continuo a pedalare. Il suono sta scomparendo. Uno sguardo verso il basso mi mostra che lo pneumatico non è affatto piatto. Così sto andando avanti. (H. aveva gonfiato il pneumatico prima della partenza senza che io lo sapevo…) La prossima notte sará la notte dei Walpurgis? Probabilmente una delle K1024_20180428_200658streghe aveva sbagliato data. Hahhahaaaa!
Il nostro cuore vola seguendo una bella pista ciclabile immersa nel verde e lontana da ogni traffico lungo un canale storico, con collegamento fluviale tra Milano e il mare realizzato nel Quattrocento. L’attraversamento del fiume Ticino attraverso il ponte di barche di Bereguardo è qualcosa di speciale; la storia del ponte risale a 700 anni fa. La costruzione si adatta al rispettivo livello dell’acqua, cioè il ponte delle barchesottosuolo ponte si trova su numerose piccole imbarcazioni. Spettacolare.

Pedaliamo in un piccolo gruppo, ma all’inizio della notte il gruppo si ferma in un bar per un caffè. Andiamo avanti da soli. La notte è illuminata dalla luna.

Hermann supera una coppia di ciclisti sulla prima salita impegnativa. Lui: „Ah, il marito di Gabi Winck, questa volta davanti a…“. Chi mi conosce lì? È Giovanna e suo marito. Ahhaaa!

K1024_20180428_201200Sulla strada raggiungiamo rapidamente il primo checkpoint solo mezz’ora dopo l’apertura e ci fortifichiamo con Grana Padana, Focaccia, cioccolato e altri dolci. Il borgo medievale di Carpeneto, che dorme di notte, è splendidamente situato su una catena di colline, la cui distruzione dai Saraceni fu documentata nel 999 d.C.. Al tempo di Federico I il Barbarossa passò in possesso dei Conti del Monferrato. Via con del passato, davanti a noi la lunga salita di Acqui Therme attraverso il Sassello e fino alla traversata alpina ligure 20180429_000859di Giovo Ligure. Nei 15 chilometri di discesa sono contento della mia giacca. La stanchezza si diffonde non appena non devo più pedalare. Sto cercando di distrarmi con un mini-snickers. A Varazze raggiungiamo il mare. Ora lungomare verso Genova. Il dolce suono del mare, le spiagge sabbiose si alternano a tratti rocciosi con soluzioni di tunnel e in lontananza le luci del porto di Genova attraggono.

Qualcosa ritmicamente si muove su e giù davanti a noi. Nel buio della notte appare una K1024_20180429_051251figura umana. La nostra lampada da bicicletta illumina un pettorale… Forse questa figura emaciata si è persa durante l’ultima maratona cittadina? Padova era stata una settimana fa…? La mezza maratona a Genova è già passata più di 10 giorni … Scerzo, verso est incontriamo più corridori. Solo più tardi ho scoperto erano i corridori della Milano-Sanremo, corsa di 285 km. Il mio pensiero: Questi pazzi …!  Sorrido … forse hanno pensato la stessa cosa di noi ciclisiti nella notte …

CK1024_20180429_072909on la colazione a Genova probabilmente sarà niente… Sono solo le 5 del mattino e Genova dorme. Tutti genovesi? Vicino a noi finestre illuminate .. e numerose bici. Non sarà… Sì! Un bar ha appena aperto le sue porte e c’è un meraviglioso odore di caffè e brioche. Gli spiriti si risvegliano. L’onda verde ci guida da semaforo al semaforo attraverso Genova e se non è verde… cosa fanno gli ciclisti? Anche Hermann, che di solito si attiene sempre ai K1024_20180429_073023segnali di stop rosso, non lo prende molto sul serio.

A un certo punto è il momento di salutare la costa. É un tratto un pochino noioso che fianca  il fiume Pocevera. Di nuovo sono stanca, sto sbadigliando. Ancora prima che il mio cervello lo puó realizzare, il mio corpo sa cosa gli succederà nel prossimo futuro (cioè la salita sul Passo Bocchette) e mi dice che ha bisogno di una pausa. Panchine invitanti a Campomorone. Stopover. I pantaloni impermeabili K1024_20180429_073737precedentemente inutilizzati servono come tappetino. Gli occhi si vogliono chiudere. Ma cos’è questo? Il pigolio dei piccioni nell’albero sopra di me, l’orologio della chiesa batte. I pensieri si confondono di nuovo. Sta finalmente arrivando l’agognato sonno? Un paio di ciclisti si scambiano informazioni ad alta voce… Perché non possono parlare a bassa voce???? Tipico…! Anche la panca di metallo non è molto comoda e quindi faccio fatica a rientrare in verticale e a risalire con  gambe rigide da Hermann, che si è messo a suo agio su una panchina di legno  dondolando le gambe sopra lo schienale. Comodo che sia K1024_20180429_102116qualcos’altro. Anche i suoi occhi a mezz’asta non sembrano dormire, ma in qualche modo mi guarda senza troppa sorpresa con uno sguardo vetrato. Come? Proseguire? Appena ci siamo sdraiati! Cerco di spiegargli che voglio continuare e siamo subito in salita verso il Passo delle Bocchette. E che scalata! In parte fino al 15% dopo circa 250 chilometri nelle gambe non sembra molto facile. Ma va abbastanza veloce, perché trovo un ciclista con cui scambio esperienze su lunghe distanze come Parigi-Brest-Parigi LEL e cosí via. Sul K1024_20180429_102526passo scattiamo delle foto e metto tutti i vestiti, anche i guanti caldi, perché la discesa attraverso la Val Lemme promette di diventare abbastanza freschino. Poi il controllo a Gavi, dominato dal Forte di Gavi, una possente fortezza antica. Per fortuna c’è di nuovo del buon cibo, perché mi sento già abbastanza debole a causa della fame. Dopo alcuni tratti pianeggianti o leggermente collinari si raggiunge un piccolo valico che dalla Val Borbera conduce nelle valli di Tortona. Dopo la lunga discesa dalla Garbagna, a pochi chilometri da Tortona, gli organizzatori hanno allestito una salita di circa 4 chilometri che conduce in Val Curone con salite mozzafiato.

DK1024_20180429_120446a qui, solo circa 80 chilometri di pianura. Pedaliamo. Pedaliamo. Alla fine, le mie gambe non vogliono piú. Una piccola panchina nel villaggio di Bastida ci invita di fare una pausa. Un signore anziano passa da noi e vuole sapere da dove veniamo. Hermann lo stupisce con la sua descrizione e si sdraia su un piccolo prato dopo di che il Signore finalmente se ne va. Con appetito mangio il mio panino. Una signora con una bottiglia di acqua minerale in mano si sta avvicinando. “Were are you from?”, chiede. La prego di parlare italiano, perché non parlo bene l’inglese. Suo marito le aveva raccontato di noi. Aha, il Signore prima … Racconta che dalla pista ciclabile sull’argine del  Po subito vicino spesso turisti da tutto il mondo finiscono nel loro paese e lei piace parlare con loro. Vuole sapere da dove veniamo e in quanti giorni.  incredulità negli occhi. Se avessimo fame, ci manderebbe in pizzeria e dovremmo dire che Susi ci ha mandato. Susi non smette di parlare. Anche quando le suggerisco gentilmente che mio marito ha bisogno di un piccolo pisolino, non gli importa …  e parla e dialoga … A un certo punto torna a casa sua non senza rallegrarsi per altri ciclisti del nostro brevetto. Ho ringraziato gentilmente per la bottiglia, svitato prendo un grande sorso. Aia!! Acqua minerale dolce? … Cos’è questo? Guardo l’etichetta: Gassosa! Limonata, tiepida, non proprio adatta a dissetarsi. Hermann li accetta con gratitudine. La piccola pausa non è stata davvero rilassante. Non ho nemmeno mangiato il mio panino. Continuiamo a pedalare! Da dietro arriva un altro gruppo di ciclisti. Giovanna e suo marito e altri. Li seguo nella scia. A un certo punto mi rendo conto che Hermann non c’è piú. Ho lasciato tirare gli altri e lo aspetto. Voglio dirgli quanto sia facile seguire in scia e che purtroppo il gruppo sia giá proseguito. Lui inizia a brontolare, non va più veloce in questo momento ed che sia stressante non vedere dove stai andando seguendo un ciclista. Egli si è già schiantato alcune volte nei fori che appaiono a intervalli irregolari. Se fossero pieni di acqua, sarebbero grandi per fare il bagno a un bambino. Insultato, mi allontano. Che lui guidi da solo!! Dopo pochi chilometri la mia coscienza nera mi rallenta. Non è giusto … di solito sono io donna la cui che ha bisogno di aiuto o di apprensione …. Rallento e decido di chiedergli se ha ancora bisogno di cibo o acqua. Un’altra risposta scontrosa. Allora no. Ma l’ho provato. Me ne vado.

A pochi metri e “pppppffffffffft” – rumore strano e una pioggerella va su di me. Piacevole con questo caldo. Il copertone!!! No, non a poche miglia dal traguardo! E  cosa non voglio davvero è chiedere l’aiuto a Hermann … mi riccordo che gli utensili per cambiare ruota ha lui nella sua borsa …. Allora, andiamci. Ancora una volta smette di spruzzare e di nuovo la pressione non si era abbassata troppo. Suppongo che la pressione dei pneumatici aumentata dal calore abbia leggermente allargato il foro. A casa cambierò la gomma il piú primo possibile!! Non si parte a una 400 con un copertone non intatto!!

Un cartello con il toponimo “Torrino” – Aiuto, sono andata persa? Il mio cervello, bruciato dalla mancanza di sonno notturno e dal caldo, al primo momento non si rende conto  che Torino doveva essere a 150 chilometri di distanza e scritto con una „r“…

K1024_20180429_143913Gli ultimi chilometri sono facili. In lungo e in largo nessun altro ciclista. Avevo visto il gruppo di ciclisti intorno a Giovanna davanti a un bar. La mia coscienza nera mi sta un po‘ infastidendo. Ma ho tagliato il traguardo solo per pochi minuti, e anche Hermann, che subito aveva superato la crisi, entra.

Riceviamo la nostra carta brevetto, poi abbiamo facciamo una doccia meravigliosamente rinfrescante.  Poi un piatto di pasta molto gustoso. La parte più difficile della giornata abbiamo ancora davanti a noi: Il ritorno a casa in macchina …

400 chilometri con partenza la sera e notte insonne trovo il brevetto più difficile di tutte. Ma a parte alcuni momenti di crisi, è stato semplicemente bello. Bellissima la zona, il percorso anche relativamente tranquillo e ho di nuovo incontrato dei ciclisti simpatici… Grazie Team Ciclisti Corsichesi!