Bicigrill Bike Break, Faedo – ore 9.00
Deutsch
Faedo. Bicigrill bike break. Si mette in movimento un gruppo di circa 50 ciclisti. Direzione nord. Tutti hanno la stessa idea, girarsi: Dal Passo del Brennero ad Innsbruck, Landeck sempre lungo l’Inn per le sue origini nella Valle dell’Inn, “attraversare” la Svizzera presso Martina, salire al Passo Resia e buttarsi per la Val Venosta, Merano, Bolzano e dopo un’ultima salita al lago di Caldaro pedalare al punto di partenza Faedo.
Dopo la 999miglia e la LEL, Hermann non ha voglia di girare di notte e decide di tornare a casa dal Passo Brennero. Musseu da il via. Quindi Hermann ed io seguiamo alla leadership di ciclisti con delle maglie in diverse colori: pink, rosso, verde, … . Fino quasi a Chiusa. Dopo di che non c’era piú nessuno … Hmmmhhhhmm, dove sono rimasti tutti quelli ciclisti variopinti? Probabilmente in una dei bar nella bella città vecchia. Forse fanno “Holbmittog” (nel nostro dialetto -merenda). Noi continuiamo a pedalare, da soli … No, non proprio soli. Attacato a noi una maglia tinta rosa, Ivan, come so più tardi. Poco dopo Bressanone, una voce femminile, Laura M., un pó indignata del tratto di ciclabile. Lo abbiamo evitato, perché il terreno non è proprio adatto per le bici da corsa. E di nuovo con velocitá scomparisce. Logicamente … è in viaggio verso la RAAM (= Race Across America) – come scritto sulla sua maglia. Sul Passo Brennero una breve pausa per mangiare un dolce e far fare il primo timbro nella randocard. Allora devo andare da sola. Da sola? No, Ivan sta già aspettando.
Verso Innsbruck un vento forte, meno male siamo in discesa. Poco prima di Innsbruck, la ripida salita a Mutters, non ci resta che niente … ma sarebbe stato molto più facile girare Innsbruck nel fondo valle …Verso ovest il cielo improvvisamente è diventato nuvoloso – minaccioso. Dopo abbiamo sbagliato strada, siamo finalmente sulla pista ciclabile dell’ Inn. E già le prime grandi gocce cadono. Sopra l’Axamer Lizum i fulmini scendono. Abbastanza lontani … !! ?? Lampo e tuono quasi simultaneamente. Cerchiamo protezione sotto il ponte dell’autostrada. Una pausa, la utilizzo per mangiare mio panino. Pausa? Me l’ho immaginata in modo diverso. Dopo mezz’ora, il peggio è finito. Stranamente, fin’ adesso non abbiamo incontrato nessuno del nostro Brevetto … per ore. Dove sono finiti tutti gli altri? Suggerisco a Ivan che potrebbe proseguire se volesse, che non dovesse aspettarmi. Rivela che non ha un dispositivo GPS e che avesse “perso” il suo amico Roberto. E così continuiamo insieme. Ivan che non sa la strada mi segue fedelmente … C’è molto da vedere. Animali. Una biscia che serpeggia per la ciclabile. Lepri. Tre camosci. Poco piú in avanti di nuovo cielo buio e dobbiamo trovare un riparo dai fulmini, dalla grandine e delle scosse di acqua. Sta diventando buio e devo accendere le luci. Ora vediamo se questo che promette la descrizione della mia nuova Sigma Buster: Piú di 10 ore di luce. Anche con 300 Lumen vedo benissimo. Meno male. Fin adesso ho sempre viaggiato con un dynamo nel mozzo e con la sondelux che permette di caricare cellulare e dispositivi (li vendo a buon prezzo, se qc. ha interesse mi scrivete!!). Allora devo portare con me anche una Powerbank. Hermann mi ha giá sgridato che porto con me troppa roba, molte cose superflue… E che la bici cosí sarebbe molto pesante. Davanti a me vedo una luce rossa. Finalmente un ciclista della Edelweiß Tour? Piuttosto una ciclista, Olga. Andiamo un pezzo insieme. Poi lei si ferma e noi proseguiamo (infine lei arriva prima di me a Faedo. Non so dove mi ha sorpassata). Finalmente a Landeck. Ma adesso inizia la salita sul Passo Resia. Fortunatamente il percorso segue quasi sempre la ciclabile attraverso la valle dell’Inn. È l’ora nella cui di solito vado a dormire. La stanchezza mi travolge. La notte precedente abbiamo festeggiato con Verena e Ivo. Poi ancora il viaggio in macchina a Faedo e sono andata a dormire molto tardi, diciamo presto la mattina. Io adesso decido di fare una pausa breve per dormire un pó sulla panchina presso la piccola cappella che passeremmo. Ma la speranza muore: la pioggia ha bagnato tutto. Continuiamo di pedalare. Lungo la pista ciclabile, su e giù. Asfalto bagnato nero brillante. Pensieri nella notte: Interessante … un pezzettino di ciclabile hanno costruito in un altro materiale, altro colore e con superficie piú licio. „splatsch”! Una fontana d’acqua fino alle mie ginocchia. Scarpe, calzini – tutti bagnati. Quella superficie strana era una pozzanghera enorme su tutta la ciclabile, profonda almeno un mezzo metro. Un piccolo villaggio. Diversi alberghi. Sarebbe bello poter dormire lì. Invidio la gente che sta per addormentare. Dormire! Questo diventa un’idea fissa. Una banca. Questa ha un ingresso – asciutto. Mi ricordo che Peter W. Mi aveva raccontato che dormiva spesso nelle fermate coperte dell’autobus o come detto negli ingressi delle banche. Anche adesso nel suo viaggio recente – la NC4000 (grande Peter!! … sulla Firenze-Nordcap). Mi fermo. Indosso calzini asciutti, poi metto i piedi in un sacchetto di plastica e indosso le scarpe. Ivan fedelmente sta aspettando, non ha altra schelta … Metto roba calda. Ma dormire qui? Ho inibizioni. La stanchezza è passata un pó e noi continuiamo a pedalare. Arriviamo la fine della ciclabile. Invece di attraversare il massiccio ponte di Kajetan Ivan si gira a destra per la strada statale sulla Resia. No, dobbiamo andare verso sinistra … la strada è proibita ai ciclisti, troppe galerie, troppo pericoloso. Seguiamo la strada verso Svizzera. A Martina raggiungiamo il confine svizzero. Buffo. Entriamo in Svizzera per lasciare il paese dopo 50 metri. Nessun controllo di confine. Gli ufficiali di frontiere probabilmente sono giá andati a dormire. Dormire! Accanto alla casa di confine vedo una panchina protetta sotto un tetto. Sarebbe così bello dormire quí un attimo. Cerco a persuadere Ivan per proseguire … (sulla panchina è posto per uno solo). Sarebbe abbastanza facile: Dopo Nauders sempre seguire la ciclabile verso Merano. Ivan parte. Mi straio. Avvolta nella mia giacca calda. Ora che sto sulla panchina il sonno non viene. Ho freddo lo stesso, la banca è dura. Sento voci e mi metto di nuovo in piedi. Elena e Urs stanno arrivando, fanno pausa alla fontana. Io invece proseguo la salita per i dieci serpentini. Sul Passo Resia tutto chiuso. Faccio la foto per poter dimostrare che ero quí. Sono le due di notte. Prendo la ciclabile che gira il lago sulla destra. Su e giú. Dalla diga in poi solo 150 km in discesa. Animali ancora. Rospi mi rivolgono le loro pancie bianchi. Pensavo prima che fossero sassi bianchi. Una grande volpe con la coda bianca attraversa la ciclabile – che spavento. Topolini con i suoi occhi riflettanti nella luce della bici. Sola nel buio. Un po’ mitico, ma ha anche qualcosa di esaustivo. Adesso in discesa, non dover pedalare di nuovo arriva la stanchezza. Scendo a Glurns. La stanchezza si sta diffondendo. A Prato dello Stelvio mi fermo di nuovo per dormire un po’ sulla panchina vicino una fontana. Dopo solo 10 minuti sono di nuovo in piedi. L’acqua della fontana faceva un rumore troppo forte. Di nuovo sola. Non c’era più traccia di Ivan. Passo il Laghetto Brugg. Purtroppo, chiuso il ristorante. Peccato. Aveva già aspettato la pasta e la torta. Via. E continuo a combattere contro la stanchezza. A Naturno ho paura di colpi di sonno e mi fermo per la terza volta. Davanti alla “Radbar” un bicigrill ci sono delle panchine accoglienti. Pochi minuti, poi sento un rumore strano nella notte. E un altro subito dopo. Gira la testa. Ciclisti!! Forse Elena e Urs. Mi metto in piedi e mi monto sulla bici. Un po’ in avanti li raggiungo. Avevo raggione, erano Elena e Urs. Stanno fermi. Io proseguo la ciclabile. Finalmente una striscia luminosa all’orizzonte, bellissimi colori. Meno male il giorno sta iniziando e sparisce la mia stanchezza. Dopo Merano vedo un ciclista con pantaloni in rosso e bianco. Come i colori del mio club, a cui appartenevo prima. Lo raggiungo e sono contentissima: é il triatleta Stefan. Chiacchieramo e il tempo vola. Prima di Bolzano devo girare a destra, saluto Stefan. Il mio destino è di fare un’ultima salita lungo la ciclabile che è costruita sulla vecchia linea di ferroviaria verso Appiano. Strano qualcuno deve aver arripidito quel tratto … Di solito non mi fa fattica … e oggi, le gambe non hanno piú voglia. Timbro in un bar appena aperto. Parlo con due tedeschi con grande valigia sulle bici. Racconto un pó cosa sto faccendo. Non possono immaginarlo. Saluto e via quando vedo Elena e Urs. Pedalo velocemente ma non li raggiungo piú. Gli ultimi chilometri sulla pista ciclabile nella Valle dell’Adige. Ancora venti minuti e avrei pedalato per 24 ore. Ce la farei ancora a raggiungere il bicigrill prima delle nove? Con vento a favore e una media di oltre 30 km/h … Arrivo alle 9:05 a Faedo. Non c’è nessun ciclista. Io avevo aspettato un grande gruppo. Ma dove sono andati a finire tutti? Forse sono giá partiti a casa … Le ragazze della bicigrill mi informano: sono la quarta che è arrivata. Grazie, la quarta donna? E in generale? No, dicono quarta in generale! Ora si spiega anche perché non ho mai visto nessuno. Faccio colazione con un bel lattemacchiato e un pezzo di dolce. Poco dopo stanno arrivando Elena e Urs. A proposito, Ivan non era arrivato ancora … Speravo che non si era perso. Con Hermann che è arrivato in bici da Bressanone mangiamo la buonissima pasta e coppe di gelato. Non posso resistere alle tante cose buone. Tutta la notte avevo avuto avanti ai miei occhi le bontá della cucina di Emilio.
Grazie Musseu per l’avventura!
Grazie Emilio della Bicigrill Bike Break!!! (anche per il parcheggio!!)
il rapporto di GeoBracc
alla registrazione: la grande Loretta
Val di Fleres
Vista sulla catena nord a InnsbruckIl cielo si abbuia sempre di piú …Il temporale o meglio i temporali si avvicinano …Anche altra gente oggi non va a dormire … Grazie Petra Stenz della bellissima foto!!Al lago di Resia .. ci sono stata, anche se il timbro manca nella randocard …Meno male sta diventando giorno …Il lago di Caldaro
Qui il rapporto di Ciccamelio
🙂