Tag 7 – 30.07.2021: Von Krakau nach Lipsko
253 Km, 1880 Hm/D+
Heute geht es durch polnisches Bauernland. Idyllische Ruhe, kein Verkehr. Man muss nur aufpassen, dass man nicht alle Nase lang ein paar Hunde an den Hacken hängen hat. Beschleunigen und Intervalltrainung tut weh nach so vielen Kilometern in den Beinen. Vertreibe mir die Zeit mit Ortsschilder lesen. Erstaunlich wie polnische Wörter mit zehn Buchstaben mit 1 bis 2 Vokalen auskommen können. Pure Zungenbrecher für uns .
Die Unterkunft Lipsko liegt etwas abseits der Strecke. Im Dorf Lipsko fällt mir eine Frau am Straßenrand auf, die fotografiert und applaudiert. Auf dem Weg zur Pension hält auf einmal ein Auto vor mir, Warnblinkanlage an, dieselbe Frau steigt aus, stoppt mich und sagt, ich sei falsch gefahren. Ich erkläre, dass ich zur Unterkunft möchte. Sie sagt, sie ist begeistert, dass so ein Rennen in Lipsko vorbei kommt. Ich sei die zweite Frau heute. Die nette Frau heißt Ursula. Ich bekomme zwei Kuchen, die mich retten, denn Abendessen gibt es leider keines.
Giorno 7 – 30/07/2021: Da Krakau fino a Lipsko
Oggi ci dirigiamo verso i terreni agricoli polacchi. Pace idilliaca e tranquillità, nessun traffico. Bisogna solo stare attenti a non avere qualche cane alle calcagna ogni tanto. L’accelerazione e „l’allenamento a intervalli“ mi fanno male alle gambe dopo tanti chilometri. Passo il tempo leggendo i cartelli con i nomi dei luoghi. È incredibile come le parole polacche con dieci lettere possano cavarsela con 1 o 2 vocali. Puro scioglilingua per noi.
L’alloggio Lipsko è un po‘ fuori mano. Nel villaggio di Lipsko noto una donna ai bordi della strada che scatta foto e applaude. Sulla strada verso la pensione, un’auto si ferma improvvisamente davanti a me, con le luci di emergenza accese, la stessa donna scende, mi ferma e dice che stavo guidando in direzione sbagliata. Spiego che voglio andare all’alloggio. Dice di essere entusiasta che una gara del genere arrivi a Lipsko. Dice che sono la seconda donna oggi. La donna gentile si chiama Ursula. Prendo due torte, che mi salvano, perché purtroppo non c’è la cena.